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“Parliamo chiaro: il meraviglioso è sempre bello, qualsiasi meraviglioso è bello,

anzi non c’è nient’altro di bello che il meraviglioso”.

Andre Bréton. [1]

 

                                            

Sacri Indici

 

Un generale senso di meraviglia avvolge l’opera di Sissi, una percezione di sospensione dell’essere, lasciato in bilico tra magia e irreale. Lo ritroviamo anche in Sacri Indici, riversato appieno nello spazio dell’ex Oratorio di Santa Maria degli Angeli, nuovo nido che oggi incontra e accoglie l’azione creativa dell’artista.

Questa percezione di stupore è originata dalla capacità di Sissi di rendere vivido e concreto un immaginario che si nutre di intuizioni visionarie tradotte in un linguaggio autonomo e funzionale alla creazione di un mondo-altro. In un atto di estrema coerenza, agli inizi dalla sua carriera la giovane Daniela Olivieri ha lasciato spazio alla più sicura Sissi fondando così un’esistenza parallela, un atto di ribellione al quotidiano che ha attuato per sé e per chi sceglie di lasciarsi sedurre dalle sue visioni, inducendo a trovare una possibile via d’uscita da esso. Così facendo, Sissi è stata capace di rendere tangibile e manifesto quello che è sempre stato chiesto all’arte e agli artisti, l’essere un mezzo per un’esperienza nuova e alternativa al reale che stimoli la nostra essenza ultima di sognatori definitivi, come ci ha descritto il poeta. [2]

E il processo evolutivo verso un mondo altro in cui la logica e il razionale lasciano il passo all’emozione appare come una folgorazione in ogni occasione di incontro del suo lavoro; ed è così anche in questo nuovo progetto espositivo pensato per il LabOratorio degli Angeli. La natura sacra dello spazio che oggi ospita la sua opera, ne sottolinea l’ambigua presenza di materia e spirito. La stessa architettura sembra rendersi corpo e anatomia per accogliere al suo interno l’azione creatrice dell’artista. Il grande portale della ex chiesa che fu un tempo intitolata a Santa Maria degli Angeli, si apre davanti a noi e ci invita ad entrare nello spazio espositivo attraversando un passaggio buio e angusto, un varco degno di una cavità orale che ingoia il nutrimento e preannuncia il suo transito obbligato per le vie esofagee prima del raggiungimento dello stomaco e della sua trasformazione in energia vitale. Il confronto con la fisicità organica continua, immaginandoci come materia sanguipeta condotta dal battito cardiaco in un dedalo emotivo verso quella meraviglia che si presenta davanti ai nostri occhi appena varcata la soglia dell’ex Oratorio.

Circondati dagli otto monumentali Index, ci ritroviamo simili a organismi piccoli e inermi, perduti e costretti in uno spazio indefinito fatto di parole, forme e segni grafici che ci avvolgono e attorniano. Tavole anatomiche immaginifiche, gli Index si nutrono di un substrato concettuale di matrice surrealista per descrivere e analizzare una corporeità che l’artista intende come fisica ed emotiva.  Sissi, Artefix Mundi, rifonda l’anatomia umana; queste tavole sono preziosi strumenti per la sua comprensione, mappe che ci conducono alla scoperta di un nuovo mondo. E l’indagine sul corpo umano è da lei condotta con perizia e un metodo scientifico rigoroso. Sissi come un antico anatomista descrive e ritrae ogni aspetto della nostra biologia rifondata.  

Questi corpi chimerici irrompono nello spazio con il loro vissuto e le loro connotazioni più contingenti per rivestirsi di una nuova aurea sacrale, come dichiarato nel titolo della mostra. È qui che questi strani esseri ricevono la loro cura e le attenzioni di mani esperte che li studiano e li rendono a nuova vita esplorando le problematiche allestitive e conservative più adatte alla loro fragile natura di esseri di carta.  Isolato e fluttuante, inquadrato in una grande navata centrale come un Cristo trionfante che svetta dall’altare, si mostra l’Index più recente, prodotto per Sacri Indici e identificato con il titolo di Testa Intestina.  Cervello e intestino sono connessi tra loro da un dedalo di grovigli ossei e passaggi tessutali che conducono la materia emotiva tra i due estremi che governano razionalità ed emotività. Gli inchiostri e le chine sopraffanno l’antica decorazione della carta, una riproduzione tratta dagli studi di Denis Diderot e Jean Baptiste d’Alembert. Quello che sembra essere un gesto innocente e giocoso di riappropriazione, è l’atto che esplicita la volontà dell’artista di rifondare il sapere scientifico moderno. Sul tavolo-altare, prezioso e sacrale appena al di sotto di Testa Intestina, si svela uno dei volumi di Anatomia Parallela, libro d’artista che in sé custodisce l’origine della ricerca di Sissi sul corpo iniziata fin dai tempi dell’Accademia. 

Tra le grandi carte, ad un tratto si svelano passaggi misteriosi, flussi incrociati, deviazioni e intersezioni della via maestra che conducono alle visioni laterali fatte di cappelle che mostrano al loro interno gli altri capitoli di questa peculiare teoria del corpo umano, fatta di nodi ossei, lembi scuciti e fioriture linguali.

 

L’interesse per il corpo umano, sembra ormai chiaro, è elemento fondante per l’intera ricerca di Sissi in cui le tecniche sconfinano in un linguaggio unico che mescola azione performativa, parola, disegno, scultura e fotografia. I materiali si piegano alla sua forza creatrice e si fondono in un’unica e coerente visione.

Tornando a citare il poeta, proprio come ogni uomo anche l’artista è affetto da quella incurabile mania che consiste nel ricondurre l’ignoto al noto, al classificabile. Ma se nell’uomo comune, Il desiderio d’analisi prevale sui sentimenti,[3] l’artista ci insegna che l’analisi può anche condurre all’emotività, senza sopraffarla.

 

 

Leonardo Regano

 

[1] André Breton, Il Manifesto del Surrealismo, 1924 in Manifesti del Surrealismo, Einaudi, Torino 2003 pag. 20

[2] Così Breton definisce l’uomo, citando gli studi di Sigmund Freud che sono alla base del pensiero Surrealista. Cfr. p. 16

[3] Breton, p. 20

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