top of page

GOLNAZ M. MOGHANAKI

VORREI LIBERARMI DAL MIO CORPO

“Vorrei liberarmi dal fuoco, della tua rabbia, dal tuo odio, dai tuoi desideri egoistici, dall’esperienza

quotidiana di dolori e pianti, dalla paura che fa parte della mia vita, da tutto ciò che mi ha rovinato tutte le speranze, dalla mia anima ferita, da essere viva con l’anima estinta”

 

Golnaz Mohammadi Moghanaki

 

 

 

 

Vorrei liberarmi dal mio corpo è una toccante riflessione sulla pratica del vitriolage e sulla vita delle vittime di attacco con acido proposta da Golnaz Mohammadi Moghanaki (Teheran, 1988),  artista iraniana al suo debutto in Italia.. La scelta di inaugurare la mostra nella Giornata internazionalmente dedicata alle Donne ci ricorda come questa sia una violenza che riguarda a maggioranza la popolazione femminile. L’aggressione con l’acido è un attacco che non si attua con l’intenzione di uccidere ma di solito avviene come gesto estremo di vendetta, atto radicale mosso da un raptus di gelosia estrema per rovinare la vita sociale della vittima e la sua felicità futura con un altro partner. Particolarmente diffusa nell’Asia meridionale, questa forma di violenza è una pratica barbarica geograficamente trasversale, presente anche in Occidente e in Italia, come ci ricordano i recenti fatti di cronaca. Con ciascuna delle donne raccontate nei suoi ritratti, Golnaz Mohammadi Moghanaki ha instaurato un rapporto, una conoscenza diretta o mediata da persone vicine alle vittime, rendendo questo piccolo progetto espositivo un grande atto di testimonianza di come un dolore privato possa e debba essere vissuto come una tragedia collettiva. Da ogni incontro Golnaz riporta un dono, il ritratto fotografico della vittima, sul quale poi interviene con un gesto caustico o con inserzioni di carta velina per rendere in rilievo ed evidenziare quei tratti deturpati, la manifestazione concreta e visibile di un dolore che non è solo fisico ma primariamente psicologico, l’accettazione di dover affrontare una vita che non sarà mai più quella di prima. Dal trauma dell’incontro con questa sofferenza erompe nell’artista il bisogno del ricordo espresso nei lavori grafici, con cui Golnaz rielabora e traduce questi volti espressioni della violenza subita in immagini sovrapposte e scomposte, in cui la bellezza svanita e le ferite attuali si traducono in un gesto sintetico e astratto, ma gravido di lirismo. La scelta di esporre il suo lavoro all’interno di un appartamento privato, qual è la Casa di Barbara, ci ricorda come le radici di questa violenza spesso nascono tra le mura domestiche, nei luoghi che dovrebbero essere designati come protettivi ma che d’un tratto si rivelano insicuri e pericolosi, quando non addirittura mortali.

 

Promosso da La Casa di Barbara, Vorrei liberarmi dal mio corpo è un progetto realizzato con il Patrocinio del Qua​rtiere Navile Comune di Bologna e in collaborazione con il ristorante persiano PARS.

bottom of page