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KAHUNA

1 - 18 february 2018

COMUNICATO STAMPA 

Nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa di San Mattia, a Bologna, il Polo Museale dell’Emilia Romagna presenta Kahuna, mostra collettiva a cura di Leonardo Regano in programma dal 2 al 18 febbraio 2018. 

 

      Kahuna continua il percorso di indagine sul senso del sacro nella vita contemporanea iniziato lo scorso anno, sempre nell’ex Chiesa di San Mattia, con la mostra Sequela. L’obiettivo del curatore è compiere un’indagine sul rapporto tra il sacro e le arti visive e su come, attraverso di esse, si esprima il bisogno di spiritualità che contraddistingue la società contemporanea. Se con Sequela sono state analizzate, in riferimento al testo di Dietrich Bonhöffer (1937), le possibilità di un approccio alla religione cattolica meno dogmatico e più aderente alla rivelazione biblica, in Kahuna il confronto si sposta verso una spiritualità che si rapporta al mondo naturale, a una visione di esso intimamente teista e spiritualista. In questo dialogo tra linguaggi ed esperienze creative differenti, l’ex Chiesa di San Mattia offre importanti spunti di riflessione agli artisti coinvolti che hanno modulato il loro lavoro anche in funzione del luogo ospitante.  

 

Entrato a contatto con la cultura polinesiana, lo scrittore americano Max Freedom Long si avvia allo studio e alle ricerche sul culto e le pratiche religiose nella società hawaiana. Tornato in California, a partire dagli anni Trenta del Novecento Long inizia una personale riflessione su quanto appreso che lo porterà all’elaborazione della filosofia Huna, caposaldo del nuovo spiritualismo che ha pervaso il XX secolo. Il termine Huna indica una conoscenza nascosta, segreta e allude alla proprietà di ogni singolo oggetto di possedere in sé un varco per un contatto diretto con il divino. La sua conoscenza si rivela  attraverso un percorso di rituali ed esercizi iniziatici a cui ogni uomo, senza alcuna distinzione, può accedervi. Su questa base Il divino pervade ogni essere, nel principio che Tutto è Uno, ricollegandosi all’antico animismo polinesiano. I Kahuna (termine con cui nella tradizione indigena hawaiana si identificano gli sciamani e che Long riprendere per indicare i detentori di questo sapere segreto) si fanno così maestri di un rapporto con il sacro non esclusivo, invitando a farne esperienza concreta, invitando i seguaci a scrutare il mondo che ci circonda con una diversa sensibilità. Proprio come sciamani Kahuna, nelle peculiarità delle loro ricerche, gli artisti invitati a esporre all’interno dell’Ex Chiesa di San Mattia si fanno promotori di una conoscenza segreta ma non elitaria, aperta a chi voglia coglierla, confrontandosi su un rapporto non mediato con il sacro e l’elemento naturale che lo contiene in un percorso che è un invito a esplorare in maniera intima e personale la realtà che ci circonda.  

La filosofia Huna è stata quindi scelto come un punto di partenza, un modo per avviare un dialogo tra curatore e artista per un’indagine sulla relazione tra l’uomo e la natura oggi, su quello che rappresenta la presenza antropica nell’ecosistema terrestre, tra conflitti  e connessioni con il sé più profondo.

 

PRESS RELEASE 

In the evocative location of the Ex Church of San Mattia in Bologna, the Polo Museale of Emilia-Romagna presents Kahuna, a collective exhibition curated by Leonardo Regano.

Kahuna continues the research into the sense of the sacred in contemporary life started last year with Sequela. The curator’s aim is to investigate the relationship between the sacred and the visual arts, and how contemporary society expresses its need for spirituality through the latter. While Sequela explored the possibility of a less dogmatic approach to the Catholic religion, [with reference to 'The Cost of the Discipleship' the text by Dietrich Bonhöffer in 1937] Kahuna focuses on a spirituality linked to the natural world, in a theistic and spiritualistic vision. In this dialogue between different languages and creative experiences, the Ex Church of San Mattia inspired the artists involved who, in the most cases, decided to create site specifc artworks. 

After getting in touch with Polynesian culture, the American writer Max Freedom Long started researching into the cults and religious practices of the Hawaiian society. Once he returned to California in the 1930s. Long began a personal reflection on what he had discovered, which would eventually lead him to develop the Huna philosophy, a cornerstone of the new spiritualism that pervaded the XX century. The term ‘Huna’ signifies a hidden, secret knowledge, pointing to the property of every single object to hold a direct contact with the divine. Such knowledge is revealed through a journey of rituals and initiatory practices that are accessible to all human beings, without distinction. On this basis the divine pervades every being, under the principle that Everything is One, which links to the ancient Polynesian animism. The Kahunas (the shamans of the indigenous Hawaiian tradition, a term which Long borrowed to designate  the holders of this secret knowledge) become the masters of a relationship with the sacred which is not exclusive, inviting its followers to look at the world with a new sensibility. Just like the Kahunas, the artists involved in this exhibition promote a knowledge that is secret but not elitist, reflecting on an unmediated relationship with the sacred and the natural element which encompasses it, in a journey that invites us to explore the reality that surrounds us in an intimate and personal way.

The Huna philosophy has been chosen as a starting point, a way to initiate a dialogue between the curator and the artists in order to investigate the relationship between humankind and nature, as well as the anthropic presence in the ecosystem, in between the conflicts and connections with our inner self.

 

PRESS

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